Franco Vazquez rientra dalla squalifica ed è pronto a mettere cuore e talento nella partita di sabato pomeriggio a Carrara. Si tratta di un match importante, dove il contributo del talentuoso fantasista argentino è prezioso.

Nel frattempo, da quel Bari-Cremonese che aveva gettato fango 'preventivo' sul giocatore grigiorosso, sono trascorsi 12 giorni e, tra false prove e annunci di domani la sentenza, per il momento non è arrivata la decisione della Procura Federale, almeno ora che mi prendo la briga di trattare l'argomento.

Mi domando se tutto questo tempo non nasconda, la mancanza di prove concrete e se forse la vicenda sia stata costruita sulla base di 'vicende di campo' che nulla hanno a che fare con le accuse rivolte al Mudo. La mia non è una difesa d'ufficio dettata dal tifo, ma una semplice constatazione  di quanto emerso in questi giorni, ossia nulla, a parte le dichiarazioni, secondo me inappropriate, del dopo gara di Longo, che hanno gettato nel calderone mediatico Vazquez senza un confronto diretto sulle affermazioni del tecnico barese e le testimonianze dei compagni di squadra.

Diciamolo chiaramente: è un po' poco per definire un uomo 'razzista', prima ancora che un giocatore. Attendiamo, confidando nel lavoro degli inquirenti, con la speranza di arrivare presto a una sentenza, se non altro per il benessere interiore dell'argentino. La sensazione è che tutto finirà in una bolla di sapone; e se così non fosse, ne prenderemo atto.

Tuttavia, prima di questo, i colpevolisti della prima ora, spinti dal livore campanilistico o dal sensazionalismo, farebbero meglio ad attendere l'esito delle indagini, per onestà intellettuale e qualità dell'informazione. 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 27 febbraio 2025 alle 11:00
Autore: Federico Bresciani
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