Un pareggio che ridimensiona fortemente le ambizioni di una Cremonese che, dopo i successi contro Frosinone e Sudtirol, si era illusa di aver lasciato il brutto momento alle spalle. La sconfitta interna contro la Reggiana aveva riaperto vecchie ferite; Stroppa aveva parlato di “bastone e carota” e di una prestazioneincommentabile”, con un attacco nemmeno troppo velato alla squadra.

La partita contro un Cittadella dimesso, rassegnato o quasi a una retrocessione che Dal Canto difficilmente riuscirà ad evitare, sembrava l’occasione giusta per dare un segnale, per provare a disturbare un terzetto di testa che corre, e raggiungerli ora è davvero una chimera.

Una Cremonese scesa in campo senza idee e senza voglia, incapace nei 90 minuti di imporre la propria forza a un Cittadella che ha badato a non subire gol, e anche quando è andato in pressing non aveva uomini e mezzi per far male. Stroppa, nel dopo partita, è rimasto sul vago, crede ancora che si possa fare, poi torna con i piedi per terra e dice che, tutto sommato, “teniamoci questo quarto posto”; e anche per questo la situazione si complica, con Cesena e Juve Stabia attaccate  e Bari e Catanzaro in agguato.

Sarà un finale d’anno complicato, perché ieri quello che è mancato alla squadra è stata la ‘fame’ e la ‘voglia’, che nessuno ti può infondere se non ce l’hai dentro di te.

Oggi cercare colpevoli sarebbe ingeneroso; qui ognuno ha le proprie responsabilità, in primis i calciatori, perché Stroppa sarà anche un ‘monomodulo’ e ha calciatori spesso costretti (Barbieri, Vandeputte) a giocare in ruoli non congeniali alle loro caratteristiche, ma è altrettanto vero che se non c’è l’atteggiamento giusto, anche un Cittadella sgangherato rischia di diventare un avversario pericoloso. La domanda sorge spontanea: cosa vogliamo fare del nostro futuro?

Possiamo appellarci a scaramanzia e tabelle, ma se non cambia il ‘trend’, questa squadra rischia di affondare in un limbo di anonimato, buttando a mare i soldi e le promesse che avevano dipinto la Cremonese come la squadra da battere.

È inutile indicare Tizio o Caio… quando la barca va alla deriva, la responsabilità è di tutti, nessuno escluso.

Cari giocatori, fatevi venire il ‘fuoco dentro’ e fatelo in fretta, se volete salvare la faccia e la stagione.

Dai Cremo

Sezione: Editoriale / Data: Lun 16 dicembre 2024 alle 11:00
Autore: Federico Bresciani
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