Ieri pomeriggio, la notizia della squalifica di 10 giornate inflitta dal giudice sportivo a Franco Vazquez, per la nota vicenda che lo ha visto protagonista insieme al calciatore del Bari Mehdi Dorval, ha turbato i sonni dei tifosi della Cremonese.

Inutile dire che i media, nazionali e non, hanno colto l’occasione per rincarare la dose, sottolineando la parola ‘razzismo’ in ogni articolo e in ogni titolo. Un atteggiamento quantomeno discutibile, soprattutto perché nessuno ha visto le cosiddette ‘prove’ del fatto e tutti parlano per spirito di una ‘solidarietà di facciata’ o semplicemente per ‘sentito dire’, cosa che chi svolge questo mestiere dovrebbe almeno evitare.

La ricerca del sensazionalismo da parte delle varie testate ha permesso a un esercito di ‘fenomeni da tastiera’ di formulare il consueto campionario di frasi fatte o insulti da ‘bandiera’ che piacciono tanto al ‘tifoso medio’, poiché dietro a uno schermo siamo abili tutti.

Ciò che è accaduto ieri nei confronti di Vazquez, così come poteva accadere a qualsiasi altro giocatore, è la conferma dell’imbarbarimento della comunicazione. Come diceva Umberto Eco: ‘I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli’.

Bisogna dare notizie, non cercare il ‘like facile’: questo non è diritto di cronaca.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 12 marzo 2025 alle 11:01
Autore: Federico Bresciani
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