l calcio italiano saluta con commozione Giulio Drago, ex portiere che negli anni ’80 ha saputo ritagliarsi un posto speciale nella memoria degli appassionati. Drago si è spento a 63 anni all’ospedale San Giuseppe di Empoli, dopo alcuni giorni di ricovero. Nato a Caltagirone il 25 giugno 1962, è stato una figura emblematica di un’epoca fatta di sacrificio, silenziosa professionalità e attaccamento alla maglia. Tra le tappe fondamentali del suo percorso c’è anche la Cremonese, la squadra che gli ha spalancato le porte del grande calcio.

Da Cremona al grande salto

Cresciuto nel vivaio della Juventus, Drago iniziò il suo cammino tra i dilettanti, prima con l’Orbassano, poi con l’Aosta. Ma fu proprio con la maglia grigiorossa della Cremonese, nella stagione 1983-84, che il giovane portiere fece il salto di qualità, debuttando in Serie B e mettendosi in luce per le sue doti tra i pali: riflessi pronti, grande senso della posizione e una calma che lo rendeva affidabile anche nei momenti più caldi delle partite.

Quell’annata a Cremona fu decisiva per attirare su di sé l’attenzione del calcio che contava. Dopo un passaggio all’Atalanta, la sua carriera prese una svolta importante nel 1984, quando fu acquistato dall’Empoli.

La leggenda di Empoli e il record che resiste

Con i toscani, Drago visse le stagioni più intense della sua carriera, diventando uno dei protagonisti assoluti della prima storica promozione in Serie A dell’Empoli, nel campionato 1985-86. Un traguardo raggiunto anche grazie alla penalizzazione del Vicenza per illecito sportivo, ma che non toglie nulla al valore di quella squadra e del suo portiere.

Fu proprio con la maglia azzurra che Drago scrisse la pagina più gloriosa della sua carriera, stabilendo un record di imbattibilità in Serie A di 491 minuti, un primato che ancora oggi viene ricordato con affetto e orgoglio dai tifosi dell’Empoli.

Il passaggio al Bari e gli ultimi anni da professionista

Nel 1989-90, seguì il tecnico Gaetano Salvemini al Bari, dove tentò di raccogliere l’eredità di un altro grande numero uno, Alessandro Mannini. Dopo l’esperienza pugliese, Drago proseguì la sua carriera tra Serie B e C, difendendo i pali di Triestina, Ascoli e infine Pontedera, dove chiuse con discrezione la sua avventura da calciatore.

Non va dimenticato il suo passato in azzurro, con la partecipazione alla semifinale dell’Europeo Under 21 del 1984, tappa importante che certificò il suo valore a livello giovanile.

Il ricordo di un calcio che non c’è più

Giulio Drago non è stato soltanto un portiere solido e affidabile. È stato uno di quei volti che rappresentano un calcio forse meno scintillante ma profondamente autentico. Un professionista serio, stimato dai compagni e rispettato dagli avversari. La sua stagione alla Cremonese, per quanto breve, resta significativa: fu lì che si forgiò il carattere del numero uno che poi avrebbe fatto la storia a Empoli.

Oggi, il calcio italiano lo saluta con gratitudine e rispetto. E anche la Cremonese, che ne ha accompagnato i primi passi nel professionismo, ne custodisce il ricordo con affetto.
Ciao Giulio, uno di quelli veri.

Sezione: News / Data: Sab 19 aprile 2025 alle 14:00
Autore: Redazione TuttoCremonese
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